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In un’epoca in cui il sovraccarico informativo la fa da padrone, diventa sempre più complicato apprezzare la reale utilità dei contenuti che ogni giorno ci vengono proposti.
Una vera e propria lotta alla ricerca della costante attenzione dell’utente sulle diverse piattaforme social: dalla moda, alla tecnologia fino all’intrattenimento.

Discorso a parte per il food blogging, apparentemente immune a questo fenomeno, o comunque influenzato in maniera decisamente ridotta.

 

Nel 1997 nasce negli Stati Uniti “Chowhound”, uno dei primi food blog al mondo. Il tutto dopo appena sei anni dall’introduzione della nuova modalità di utilizzo di Internet da parte di Tim Berners-Lee, il World Wide Web.

 

Un lasso di tempo così breve da far risaltare l’estrema velocità con cui la tecnologia stesse facendo dei passi da gigante, trasformando il mondo di Internet in uno strumento, non solo di ricerca e condivisione, ma anche di espressione personale.

In Italia il fenomeno del food blogging arriva solo nel 2005 con l’esordio de “Il Cavoletto di Bruxelles”, anche se effettivamente è il 2006 l’anno che segna la vera rivoluzione con la nascita di “GialloZafferano” di Sonia Peronaci.

Da qui una strada in costante ascesa, soprattutto con l’avvento dei social media.

 

Benedetta Rossi (@fattoincasadabenedetta) nasce nel 2009 proprio su YouTube. Piattaforma in cui decide di aprire un canale con cui pubblicare ricette semplici ed alla portata di tutti. Nel 2015 la sua popolarità esplode talmente tanto da raggiungere tre milioni di iscritti su YT, oltre cinque milioni di follower su Instagram e quasi un milione su Tik Tok.

Ancora, Daniele Rossi, Sebastian Fitarau, Misya, Benedetta Parodi, Sonia Peronaci, così come tantissimi altri food blogger nati proprio in questo periodo.

 

 

 

 

Più si scrolla sulle varie ricette, più si preme sul tasto “Salva”

Arriviamo al 2020. Covid. Periodo di lockdown. Unico percorso percorribile: divano-frigo, frigo-divano. Ogni tanto qualche workout, forse. Negozi vuoti. Chiunque alla ricerca disperata di un pacco di farina o dell’ultima confezione di lievito. Anche se l’unico modo per intravederne solo qualche rimasuglio in realtà sono proprio i social. Famiglie intere che cucinano ogni giorno pane, pizza e altre ricette per pubblicarle su TikTok o su Instagram. C’è chi si aspettava una chiamata da GialloZafferano e chi mente.

 

Nonostante il fenomeno del food blogging fosse in piena espansione già prima del 2020, il periodo tra il 2020 e il 2022 segna un vero e proprio boom, specialmente grazie a TikTok. Durante i lockdown, in piena pandemia, questa piattaforma favorisce la nascita di una nuova generazione di food blogger italiani.

Tra i nomi più conosciuti, Ruben Bondì e Aurora Cavallo (@cooker.girl), entrambi volti noti grazie alla loro capacità di raccontare e semplificare la cucina italiana tradizionale in formato digitale. Se Ruben cattura l’attenzione con i suoi video casalinghi e genuini, Aurora colpisce con il giusto mix di tradizione e creatività.

 

L’assurdità di quegli anni dà vita ad una tendenza ancora più grande: più si sfoglia o, meglio, si scrolla sulle varie ricette, più si preme sul tasto “Salva”. Un po’ come una irrefrenabile voglia compulsiva di accumulare idee culinarie con la piena consapevolezza di non avere mai abbastanza tempo o l’energia per poterle davvero realizzare.

Oggi il trend continua: più si guarda una ricetta sui social, più si sente il bisogno di salvarla, proprio come se volessimo preparare un banchetto infinito per un ospite che in realtà non arriverà mai.

 

Perché, diciamoci la verità: chi è che ha davvero il tempo per testare tutte queste ricette?
Una collezione di piatti pronti come pezzi di un puzzle infinito di cui probabilmente solo pochi troveranno realmente posto nella nostra cucina.

 

 

 

 

 

Vi siete mai chiesti il motivo per cui rimaniamo ore a guardare ricette online?

Oltre al fatto che preferiamo il mangiare al cucinare, i contenuti di food blogging suscitano un vero e proprio effetto ipnotico su chi li guarda, generando un desiderio costante di provare, scoprire e assaporare nuovi piatti senza mai stancarsi.

Il primo fattore da considerare è l’appeal visivo: video e foto di cibo realizzati per essere esteticamente irresistibili. Colori vivaci, texture invitanti e dettagli gustosi fanno sì che guardare un piatto ben presentato diventi un piacere sensoriale.

Un altro aspetto fondamentale è il lato sociale del cibo: mangiare è una pratica sociale intrinseca all’uomo e i contenuti legati al cibo spesso creano un senso di comunità. La condivisione di ricette e la partecipazione a discussioni culinarie ci fanno sentire parte di una conversazione più grande che coinvolge non solo il cibo ma anche le esperienze personali ad esso legate.

Il potere dello storytelling gioca inoltre un ruolo chiave nel successo dei contenuti legati al cibo. Non si tratta solo di mostrare un piatto, ma di raccontare una storia: da dove proviene, chi e come l’ha ideato, quali emozioni evoca.

 

Il cibo diventa così un veicolo per esprimere tradizioni, culture e ricordi​

 

Infine, l’influenza della cultura alimentare è un altro elemento di grande impatto. I video di cucina e i food blog permettono agli spettatori di esplorare nuove culture attraverso i piatti realizzati. Un fattore che alimenta curiosità e desiderio di provare cucine diverse, un aspetto reso ancora più accessibile grazie ai social media che globalizzano e democratizzano l’accesso alle tradizioni culinarie​.

Oltre a questi elementi, possiamo aggiungere anche la facilità di condivisione e l’interattività. I contenuti legati al cibo sono facilmente condivisibili e ciò stimola un flusso continuo di idee e ispirazioni tra gli utenti.
Inoltre, l’elemento ispirazionale non è da sottovalutare: molte persone salvano ricette non solo per realizzarle ma anche per il piacere di immaginare una cucina ideale e momenti di convivialità perfetti.

Fattori tutti che contribuiscono a rendere il food blogging e i contenuti culinari sui social media un fenomeno in costante ascesa, capace di catturare l’attenzione e di far venire letteralmente l’acquolina in bocca, anche se solo virtualmente!
 

IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Marie Antoinette.

 

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