Siamo in giugno, periodo di allegagione dei frutti, del sole cocente e delle garrapatas (comunemente chiamate in Italia con il nome di zecche) che si nascondono nell’erba alta. Continua la mia esperienza di viaggio da nomade digitale. È il mio quinto mese in Andalucía.
Mi trovavo l’altro giorno in auto percorrendo l’arteria più importante dell’Andalucía: l’autovia A-92. Viaggiavo da Guadix in direzione di Granada. Circa 50 Km per 45 minuti di percorrenza.
Il paesaggio è quello tipico degli intramontabili film del genere spaghetti western
Deserto, colline riarse, vegetazione scarsa, cespugli e macchia mediterranea. Domina il giallo ocra e il verde olivastro. Mancano solo caballos y caballeros con sus pistolas! Comincio a provare dentro di me una sensazione di leggero sollievo. Sono cresciuto con i film di Bud Spencer e Terence Hill (e di questo ne vado più che fiero) per cui quel deserto andaluso mi rimanda direttamente alla mia gioventù quasi spensierata. I cartelli stradali hanno la stessa, solita forma e colori dei nostri cartelli autostradali italiani. Quello che cambia sono le indicazioni: Diezma, Prado Negro, Sierra de Huetor, Alfacar…Mi sento internazionale, o perlomeno in viaggio. Non si tratta ovviamente di un viaggio avventuroso verso la cima più alta del mondo oppure nell’arido deserto del Sahara o, ancora, nell’incantata foresta pluviale armato di un solo coltello. Si tratta semplicemente di un viaggio della vita dove il mio corpo si muove da un punto all’altro e i miei occhi azzurri stanno lì a registrare tutto o gran parte di quello che vedono. Così! Assorbendo il contesto al solo scopo di arricchire il mio inconscio di ulteriori informazioni.
Lo chiamo viaggio della vita
Perché quella che sento mentre mi muovo nello spazio è proprio la vita, un’energia forte di cambiamento che mi proietta fuori dalla routine quotidiana. Un cammino per compiere una trasformazione di me stesso e con l’intenzione di vivere una realtà intensificata. Proprio mentre mi trovo in questo potente flusso di sensazioni straordinarie, vedo un cartello stradale blu recante la scritta “Cambio de sentido”. Dentro di me sorge un Wow!!! poderoso. Mille immagini si aprono nella mia mente. Cambio de sentido… Quanta bellezza. Forse che se prendo questo sentiero posso tramutare le mie emozioni? Forse che se prendo questa direzione posso dare una nuova opportunità alle mie percezioni? Forse che se prendo questa strada, il senso di angoscia che alle volte ti sovrasta quando ti senti solo in terra straniera possa mutarsi in senso di gioia? Una specie di bacchetta magica dell’umore, una via d’uscita e di liberazione dai tentacoli dell’inquietudine amplificata dalla sensazione che solo un tuffo nell’ignoto può regalare.
La mia immaginazione perversa e testarda continua a camminare su questi binari ben sapendo, una volta terminato il mio volo pindarico, che quel cartello starà a indicare semplicemente un cambio di direzione, un’inversione di marcia. La dura realtà che incombe inesorabile e senza pietà.
Come quando un bambino fantasioso vede un fascio luminoso proveniente dal cielo immaginando che sia il teletrasporto di una tecnologica navicella extraterrestre che vuole mettersi in comunicazione con lui. Come quando gli si dice che la sua visione purtroppo è sbagliata e che quello che sta guardando non è altro che un palo della luce.
Tuttavia, proseguo imperterrito a giocare con il bambino che tenta di sopravvivere con forza dentro di me captando suggestioni sagge e prolifiche per la mia esistenza. Tenendo sempre a mente che gli obiettivi della vita alle volte nascondono ostacoli.
Un viaggio la cui guida sono sempre io, con le mie ferite da curare.
Una cura che proviene dalla conoscenza del mondo (o perlomeno di una sua parte). E ogni qualvolta mi lascio prendere dallo sconforto, immagino quel cartello gigante, sulla strada, fiero, possente e luminoso come la guida di un grande Maestro. Esso mi indica che anche quando le emozioni negative prendono il sopravvento puoi sempre fare un’inversione di marcia e iniziare a vivere il presente, quello che è…e la bellezza comincia a sorgere nella quiete della mia presenza.
IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Le strade del male.
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