Il tuo sito è un cesso. Perdona la franchezza, ma è proprio così! Non importa l’intuizione sulla scelta dei colori o se hai preso spunto da un competitor famoso. Da quello che si vede non ci sono dubbi. È tutta questione di progettazione. Anche un sito, come un bagno, per funzionare deve rispettare dei canoni. Quindi tranquillo, non sto accusando il tuo sito web di alcuna bruttura. Ma ho sempre sognato di pubblicare un post con un titolo clickbait (se non sai cosa significhi clickbait leggi qui).
Il bagno offre molti spunti per la progettazione del tuo sito e non mi riferisco naturalmente a come l’ambiente sappia conciliare nuove idee. Tratteremo il bagno come fucina di visioni in un altro post (forse).
Il bagno è un ambiente progettato con un preciso obiettivo e costi quel che costi deve rispondere alle esigenze delle persone. Ogni criticità va valutata preventivamente perché penalizzerebbe la user experience. Prendi ad esempio la gestione degli spazi, il funzionamento dei sanitari, gli attacchi dell’acqua e dello scarico, le prese della luce, sono tutti elementi basilari in fase di progettazione. Un errore di valutazione potrebbe costarti veramente caro!
Anche la progettazione di un sito segue lo stesso approccio. Il design è al servizio delle sue finalità comunicative.
Non esiste proprio penalizzare la UX rincorrendo scelte estetiche azzardate
Non dimenticare che il tuo sito è un mezzo di comunicazione. Gli utenti ci navigano in autonomia, mettili quindi nelle condizioni di farlo nella maniera più agevole possibile. Immagina se una persona chiusa in bagno non sapesse come aprire il rubinetto dell’acqua. A chi potrebbe chiedere aiuto? Rischierebbe di andarsene (senza riuscire a lavarsi le mani… omg!) come quell’utente che non trova le informazioni che cerca e decide di abbandonare il sito.
Ora che la similitudine ti è chiara, vediamo insieme alcuni accorgimenti che potresti adottare sul tuo sito, li rubiamo direttamente dal tuo bagno.
La gestione degli spazi.
Così come in bagno non piazzeresti WC e bidet dove capita, anche in un sito è bene porre altrettanta attenzione alla disposizione dei suoi elementi. Esistono delle convenzioni, usiamole. Davanti ai sanitari occorre uno spazio libero di almeno 50 cm e tra loro di almeno 20 cm. Se le persone si aspettano di trovare il menu di navigazione nella parte più alta del sito, perché complicarsi la vita?
Minzione particolare (scusami non ho saputo resistere al gioco di parole) per la gestione dello spazio negativo. Lo spazio negativo è uno spazio di transizione tra gli elementi grafici più piccoli come le lettere di un testo o tra una didascalia e l’immagine a cui si riferisce, oppure tra i blocchi più importanti come, ad esempio, quello tra la colonna centrale e la colonna laterale. Immagina cosa accadrebbe se nel tuo bagno fossero accatastati mobiletti e tavolini tanto da impedirti di muoverti. Allora perché distruggere un buon design riempiendo a tutti i costi ogni suo buco al grido di “ma c’è troppo spazio quiiii!”.
I bisogni prima di tutto (eh già).
Il sito deve soddisfare aspettative e bisogni dell’utente, quelli di un bagno possiamo dire di conoscerli (non indugiamo sulle abitudini particolari), ma in un sito vanno decise di volta in volta. Hai stabilito la finalità del tuo sito? Perfetto, allora metti le persone nella condizione di trovare quello che cercano. Ragiona sulla fruibilità delle informazioni e sui passaggi necessari per raggiungerle. La formattazione dei testi e la loro impaginazione fanno tantissimo. Tieni conto poi che a una gerarchia di bisogni dovrà corrispondere anche una gerarchia delle informazioni. Sfatiamo il mito che tutto deve avere la stessa importanza.
Tiriamo in ballo la UX e basiamo le nostre scelte sull’osservazione del comportamento dell’utente. Se la navigazione avviene pressoché da dispositivi mobili, non ha senso non pensare mobile-first. Aiuta le persone a non sprecare risorse cognitive e dai subito loro quello che vogliono.
Il design risolve problemi non li crea.
Mi rendo conto che per alcuni sia problematico far convivere il proprio estro creativo con la scelta di soluzioni più canoniche. Ma qui parliamo di progettare un sito web e non un’installazione alla Biennale d’Arte. È come decidere di realizzare un lavandino dalle dubbie fattezze. Siamo sicuri che l’ignaro ospite non lo scambi per un orinatoio d’autore? A parte gli scherzi, occorre sempre valutare ogni decisione considerandola nel suo contesto. Un sito web va progettato pensando alle buyer personas. Conosciamo meglio i nostri potenziali utenti. Impariamo a ragionare come loro e il nostro sito raggiungerà l’obiettivo!
Tecnologici a tutti i costi.
Dubito che tu abbia attrezzato il tuo bagno con un water giapponese. Ma è l’esempio più immediato che mi viene in mente per descrivere come la tecnologia possa insinuarsi in ogni dove. I bagni nipponici forniscono un’ampia gamma di opzioni. Dalla tavoletta che si alza e si abbassa con sensore di movimento, al monitoraggio tramite app delle funzioni biologiche. Pensa alle funzionalità del tuo sito in relazione agli obiettivi di progettazione. Maggiori saranno le opzioni a disposizioni dell’utente, maggiori saranno le criticità a cui andrà incontro. Non sottovalutare lo stress decisionale generato da troppe opzioni. Molto spesso l’abbondanza di scelta porta alla paralisi decisionale. Ogni pagina web dev’essere verticalizzata su un unico obiettivo. La scelta della call to action giusta ti aiuterà a guidare il cliente nel suo percorso di navigazione.
Tirando le somme spero che questo parallelismo cesso/sito ti sia stato d’aiuto per comprendere cosa si cela dietro la realizzazione di un sito professionale. Come la progettazione di un bagno, anche quella di un sito web nasconde molte insidie. Lo studio dell’usabilità e il monitoraggio del comportamento dell’utente ti faranno risparmiare una notevole quantità di tempo e di risorse.
IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Il fantasma della libertà.
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